Descrizione
In questa zona a cavallo tra Cascia e Norcia, tra i 700 ed i 900 metri di quota, il viaggiatore scoprirà il paesaggio autentico della Valnerina, dove ciò che la natura ha creato è stato in maniera sapiente modellato dall’uomo.
L`altipiano di Avendita è costituito da un vasto blocco di scaglia rossa nettamente delimitato dalla Valle del Sordo a Nord, dal Piano di Santa Scolastica ad est, dalla Valle di Maltignano a Sud e dalla Valle del Corno ad ovest. Pur non essendo un tavolato perfetto, i dislivelli di questo altopiano sono modesti, assumendo l`aspetto di moderate ondulazioni ad una quota media intorno a 900 metri. Si osservano anche cospicui settori pianeggianti, rappresentati da depositi detritici, di falda e alluvionali, sull`orlo dei quali sorgono numerose frazioni dell`altopiano.
È interessante sottolineare l`antichissima colonizzazione umana si sia concentrata quasi esclusivamente a ridosso di questi piani. Fogliano e Colforcella; Agriano, Aliena e Avendita; Ospedaletto; Ocricchio; San Giorgio: in grupi o isolatamente, questi antichi centri hanno vissuto per secoli del dissodamento e messa a coltura dei depositi detritici, già colonizzati dalla foresta che aveva provveduto a stendervi un mantello di preziosa, fertile terra.
Le “piantate” di viti maritate, unite, all’acero campestre, le piantagioni di mandorli insieme ai boschi e ai boschetti, le siepi ed i filari, i campi ed i prati, i pascoli e gli alberi isolati, i muretti a secco e le macere, i cumuli di pietre risultato dei secolari lavori di spietratura dei campi, i centri abitati e le stalle, le sorgenti ed i fossi, gli affioramenti rocciosi ed i ruderi: tutto esalta la simbiosi e l’armonia fra il lavoro dell’uomo ed il territorio.
La coltivazione della terra, quando attuata con rispetto come hanno fatto le genti della Valnerina, diventa garanzia di diversità biologica e di tutela dell’ambiente. A pochi passi dai centri abitati si possono avvistare le quaglie e le lepri, l’Istrice, il Gatto selvatico, il Cinghiale e ormai anche il Capriolo, il Gheppio, onnipresente come la Poiana, e poi lo Sparviere, il Lodolaio, e ogni tanto anche l’Aquila reale. E, come si conviene, un gran numero di uccelli, più piccoli dei rapaci, che sembrano fatti apposta per denunciare l’esistenza dei mille siti, luoghi, nicchie e situazioni particolari: il Saltimpalo nei campi e nei prati, l’Averla piccola tra le spine di una rosa selvatica, il Passero solitario sull’antica torre, il Balestruccio nei paesi, la Rondine nelle stalle, il Culbianco sui pascoli rocciosi, l’Upupa tra gli sparuti mandorli e il suo nido nei muretti a secco, lo Zigolo nero lungo le siepi, il Picchio verde (anche) tra le grandi querce dei filari, il Torcicollo nelle vecchie piantate, il Luì bianco ai margini dei boschi, l’Usignolo tra i cespugli vicino all’acqua.
Solvit deambulando, recita così un antico adagio latino, tutto si risolve camminando, passeggiare sull’Altopiano di Avendita per le antiche mulattiere, andare in cerca di funghi e piante selvatiche in mezzo al bosco, scoprire il ciclo della vita dei campi o dedicarsi ad uno dei tanti sport, sono alcune delle tante occasioni per rigenerare il corpo e la mente in Valnerina.rolex replica fake rolex