Descrizione
La Chiesa di San Salvatore sorge sull`area dell`antico centro di Campi, in una zona pianeggiante detta ancora oggi “la città”, su un piazzale ai margine della viabilità antica e moderna, addossata al cimitero del paese.
La Chiesa di San Salvatore stupisce l’osservatore per la quasi perfetta simmetria della facciata, che testimoniano le due diverse epoche di costruzione della chiesa. Il primo impianto dell`edificio (a navata unica) è trecentesco, di tale periodo è il portale di sinistra; l`allargamento della struttura, dovuto all’incremento della popolazione, è invece datato al 1491 ed a questo periodo si devono far risalire il portale di destra ed i due ricchi rosoni. Il campanile era stato iniziato da maestri locali sul finire del `400 ma furono poi maestri lombardi a portarlo a termine intorno al 1538. E` interamente in pietra, con tre ordini che si innalzano da un basamento modanato e cinque minuscole finestre a strombo.
Le pareti di San Salvatore costituiscono una vera e propria antologia pittorica del territorio e senza alcun dubbio una delle più rappresentative del Quattrocento nursino. In questo edificio è possibile ammirare opere di Nicola da Siena, della famiglia degli Sparapane e di Domenico di Jacopo da Leonessa.
Degni di nota sono l’iconostasi trasversale e l`attico superiore, cui si accede tramite una scala in pietra, furono costruiti per facilitare il culto di un crocifisso ligneo appeso alla parete, la stessa su cui è stato riportato in luce il vasto affresco che fungeva da sfondo: rappresenta la Madonna e S. Giovanni evangelista con una turba di Angeli che raccolgono il sangue del crocifisso nei calici e si squarciano le vesti dal dolore.
La fronte dell`iconostasi (1463) è formata da tre archi impostati su due colonne ottagonali con capitelli a foglia d`acanto. Superiormente corre una galleria di archetti trilobati scompartiti da colonnine e delimitati da due cornici orizzontali. Sulle superfici più basse Giovanni Sparapane e il figlio Antonio dipinsero l`Annunciazione, la Pietà, le donne al sepolcro e la Resurrezione; negli archetti gli Apostoli e la Madonna con Bambino; sul lato corto invece i SS Gerolamo, Gregorio Papa e Agostino furono dipinti nel 1493 dopo che venne aggiunta la seconda navata.
Le pitture della zona inferiore dell`iconostasi sono tutte databili attorno al 1466, vi lavorarono Nicola da Siena (firma e data sotto un frammento di Madonna in trono, a sinistra), uno Sparapane (S. Bernardino da Siena) e Domenico da Leonessa (cui si devono gli affreschi della volticina di destra con Angeli recanti i simboli della Passione e un Cristo della Messa di S. Gregorio, trafugato qualche decennio fa dopo il distacco).
Lì accanto, su un lembo della parete perimetrale dell`edificio trecentesco, è stata riportata alla luce una colorita Madonna con Bambino dei primi del `400 (l`infante porta un corallo e una crocetta al collo).