Descrizione
La Chiesa di Santa Maria della Visitazione, un tempo Collegiata di S. Maria e, prima ancora, Santa Maria della Plebe, antica pieve romanica, fu riedificata varie volte a causa dei terremoti che colpirono il territorio casciano.
La Chiesa di Santa Maria della Visitazione nella parte nord presenta ancora l’originale forma romanica. Sulla facciata a capanna si scorge un leone scolpito in pietra, parte dell’antico protiro, mentre l’altro leone è stato spostato nella piazzetta antistante ed è oggi riutilizzato come fontana. In occasione delle varie ricostruzioni, furono eretti i portali. Sulla parete esterna, a sinistra dell’entrata, una nicchia con S. Sebastiano e Madonna della Quercia, protettori della città contro la peste, affresco del sec. XVI.
L’interno, diviso in tre navate coperte da volte a crociera, presenta un assetto cinquecentesco. Nella prima navata, quella di sinistra: altare con tela della Natività, di ispirazione “caravaggesca”. Sul secondo altare, statua di San Vincenzo Ferrer, predicatore domenicano, invocato dal ceto rurale come portatore di pioggia; sul libro che tiene in mano si legge: Timete Deum et date illi honorem. La statua sostituì la tela spostata sul terzo altare, detta dello Spirito Santo o della Pentecoste: la Colomba appare fra due angeli adoranti, in alto dentro una mandorla ignea da cui si dipartono raggi diretti verso Maria e gli Apostoli. Sul quarto altare, una statua dell’Addolorata, trafitta dai sette pugnali, corrispondenti ai sette dolori della Vergine.
Sulla navata di sinistra, attorno ad una vecchia porta, le quindici scene raffiguranti i misteri, opera di Nicola Frangipane. In fondo alla navata, un antico locale usato dai canonici convertito a cappella dal 1962, presenta un Crocifisso dello scultore Armando Marrocco. Il fonte battesimale cinquecentesco dal fusto snello, ha sostituito quello che, secondo la tradizione, venne usato per battezzare Santa Rita. Dietro il fonte, su un blocco di travertino, i simboli ritiani della rosa e delle api scolpiti dal Marrocco. In alto, tela di Mario Rossi da Buda (1938-2001).
Nell’abside vi sono sei riquadri ottocenteschi che rappresentano la vita della Vergine e sotto il Coro ligneo coevo. Passando alla navata di destra, sulla parete di fondo, la “Cappella del Lombardi muratori”, la corporazione dei costruttori e scalpellini attiva sul territorio, già con i maestri Comacini nel 1300.
Sopra all’altare, una tela raffigurante San Carlo Borromeo. Dietro la pittura fu scoperta una nicchia del secolo XVI-XVII, con la Vergine in trono e il Bambino che l’abbraccia, attribuita alla scuola degli Angelucci da Mevale.
Sul primo altare, Maria del Soccorso. Nella Cappella del Sacramento, tela con i Santi Apollonia, protettrice dei denti; Leonardo, protettore dei carcerati; Biagio (o Nicola da Bari) in paramenti vescovili e Sant’Anna. In alto, la Colomba del Paraclito. Sul fastigio, San Francesco da Paola. Sopra l’ultimo altare, la grande Tavola della Pace fra Casciani, opera di Gaspare e Camillo Angelucci con cornice lignea e predella del 1547, intitolata Pace fra Casciani, che celebra l’evento storico che pose fine alle cruente lotte fra le fazioni opposte dei Guelfi e Ghibellini.
Sulla parete d’ingresso, la Deposizione di Nicola da Siena; una Crocefissione di autore ignoto, datata 1487. Sulla controfacciata vi sono una serie di affreschi tre-quattrocenteschi riportati da poco alla luce, tra cui una Natività con in primo piano Maria esausta, distesa su un giacilio e dietro di Lei San Giuseppe con un manto giallo, il Bambino, stretto in fasce, guarda verso la madre. Alle loro spalle, il bue e l’asino con uno sfondo paesaggistico montano.
Dietro l’acquasantiera, sul primo pilastro, la Madonna con il Bambino, opera di Paolo da Visso del secolo XV.
La Chiesa di Santa Maria della Visitazione rientra fra i luoghi legati al culto di Santa Rita, poiché, secondo la tradizione locale, la piccola Rita venne battezzata qui, mancando a Roccaporena, luogo natale di Santa Rita, una chiesa con fonte battesimale.