Descrizione
Valle Tezze, Monte Puro e Collezzano fino a Casali Belvedere formano un blocco forestale praticamente ininterrotto di querceti densi e rigogliosi, ancora ben conservati con abbondante sottobosco di nocciolo e corniolo. Le averle, i tordi, le quaglie, le starne, le lepri popolano questo ambiente ottimale; la Gazza, il variopinto corvìde bianco, nero e iridescente dalla lunghissima coda, trova qui uno dei pochissimi habitat del comprensorio. Il Cinghiale nella stagione propizia scende di notte,dai massicci boscosi circostanti, a pascolare nella piana di Maltignano.
Una piccola curiosità: la presenza così diffusa dei querceti nell’area di Cascia e di tutta la Valnerina è da ricollegare all’antica pratica delle carbonaie. Queste sono costituite da cataste di rami e parti di tronco ricoperte di terra e di foglie (la cosiddetta “ginestra dei carbonari” prende il nome da questo uso). Nella catasta vengono lasciati alcuni canali, con andamento radiale alla base, e uno verticale al centro. Il processo ha inizio accendendo la catasta nella parte inferiore, oppure facendo cadere dall`alto dei tizzoni accesi. La combustione dura da due a quattro settimane, a seconda delle dimensioni della carbonaia e può essere regolata limitando l`accesso dell`aria nei canali. Quanto il mucchio emette un fumo chiaro, si occludono tutte le aperture per spegnere il fuoco. Il mucchio impiega per raffreddarsi cinque o sei giorni. Dopodiché si toglie la terra e si raccoglie il carbone eliminando quello mal cotto. La resa è del 25 % circa.
In tutto il territorio della Valnerina, del nursino e del casciano, sottoposto ad intense ceduazioni, si verificavano delle vere e proprie migrazioni di comunità dalla Toscana, dal Veneto e dalle Marche che si installavano nei boschi in capanne di frasche. La fittissima rete dei luoghi dove veniva fatto il carbone (le Carbonare), è tutt’ora individuabile in piccoli pianori artificiali nel sottobosco dai quali arrivano e si dipartono i sentieri.