Descrizione
Ceselli, presumibilmente (per analogia con Cesi) da caedo "tagliare". Castello di pendio, riferibile ai sec. XlIl-XIV, sulla riva destra del fiume Nera.
Posto all’imbocco della valle del Fosso delle Cese, Ceselli ha ricoperto nel passato una certa importanza come castello “di riferimento” per gli altri villaggi compresi nel piccolo comprensorio che si sviluppa sulla destra orografica del Nera e che comprende le frazioni di San Valentino, Pontuglia, Schioppo, Le Cese e Collefabbri. Il castello di pendio venne edificato tra il XII e il XIV secolo nei pressi di un insediamento preesistente in posizione strategica all’incrocio tra le vie di comunicazione del fondovalle e le strade montane che conducevano a Spoleto, percorrendo il Fosso delle Cese, e a Monteleone di Spoleto attraverso i castelli di Civitella e Monte San Vito.
Un insediamento più antico sorgeva poco più a monte ove ancora sono resti di murazioni e di una chiesa. L`impianto urbano di Ceselli è caratterizzato da una rampa centrale, intersecata da trasversali, per lo più a fondo cieco, su cui si affacciano le residenze.
Fuori della porta d`ingresso del castello a valle, si è sviluppato il borgo, ora allungato lungo la strada statale e caratterizzato dalle tipiche case di pendio, con accessi a livelli diversi e da lati diversi per la stalla e per l`abitazione.
L`importanza di Ceselli in epoca moderna è attestata dalla sua condizione di comune di Scheggino. Questa stessa sorte subirono nello stesso anno i comuni di Castel San Felice, unito a Sant`Anatolia di Narco e Montesanto, unito a Sellano. Il comune di Meggiano venne invece unito al comune di Vallo di Nera solo nel 1881. Queste vicende contribuiscono a spiegare alcune forme di campanilismo ancora fortemente radicato.
Nel borgo si trova la chiesa di San Michele Arcangelo del XVI secolo rimaneggiata poi nell’Ottocento. All’interno vi è una tela del 1644 che ritrae San Vito incoronato dagli angeli, ed inoltre è possibile ammirare gli affreschi della Madonne con Bambino (anno 1525) e della Crocifissione e Santi del 1603. Poco fuori dal paese, a monte della statale Valnerina, è localizzata la chiesetta romanica di San Vito. Presenta due vani ricavati nel cinquecento ed affreschi come la Crocifissione del 1603 e, entro le arcate, Santi e martiri della metà del XVI secolo attribuiti ad un pittore ispirato dall’opera di Vincenzo Tamagni.