Descrizione
Caso, borgo immerso nel verde della Valnerina, è raggiungibile da Sant’Anatolia di Narco, tramite una strada di montagna che si staglia tra ripidi tornanti e una visuale mozzafiato. Il borgo di Caso sorge sulle pendici del monte Coscerno a 730m s.l.m.
Il castello di Caso risale all’epoca dei Longobardi, già feudo imperiale del duca di Spoleto Konrad Von Urslingen, nel 1241 il castrum di Caso entra a far parte dei possedimenti della Chiesa donato, insieme ad altri territori, da Federico II.
Il borgo di Caso conserva ancora una piccola parte dell’antica cinta muraria con la duplice porta di entrata alla platea della rocca su cui si affacciava la Chiesa, oggi dedicata a Santa Maria Assunta, annessa al duecentesco Monastero delle Clarisse. Al suo interno è possibile ammirare preziosi affreschi di Pierino Cesarei ed alcune tele risalenti al XVII secolo.
Frazione del comune di Sant’Anatolia di Narco, sorge alla confluenza di percorsi montani che collegavano Scheggino e Sant’Anatolia di Narco con Monteleone di Spoleto. Dalla tipica forma di castello di pendio, il borgo è oggi composto da due nuclei: il primo, conserva ancora una parte delle mura di cinta, una delle porte di accesso ed altri elementi tipicamente medievali, come archi, sottopassi e portali in pietra. L‘altro nucleo, cresciuto fuori le mura attorno alla Chiesa di Santa Maria, è costituito da edifici prevalentemente destinati ad uso agricolo.
All’ingresso del castello si trovava la “Grotta dell’eremita” e una cella monastica benedettina divenuta poi oratorio di San Giovanni Battista e nucleo principale del castello di Caso. L’oratorio ha una struttura a due navate a cui si accede attraverso un portale ogivale, ripartito da un soffitto in impalcato fatto con travi di quercia. All’interno è possibile ammirare affreschi quattrocenteschi di grande bellezza.
Prossima al paese, situata nell’attuale cimitero, la Chiesa della Madonna delle Grazie. Adornata con dipinti dei secc. XV e XVI attribuibili alla scuola pittorica spoletina ed a quella di Giovanni di Pietro detto “Lo Spagna”, fu ampliata nella seconda metà del Cinquecento. La facciata è di impianto rinascimentale e presenta un portale in bugnato del 1575, con il monogramma di Cristo.
Caso è inserito in un grandioso ambiente geo-naturalistico,panerai replica ha di fronte il Monte Civitella con le precipiti e orride balze rocciose delle Muraglie incombenti sulla Valcasana: questo terreno di fondovalle, che prende il nome dall’insediamento di Caso, dominandone la parte mediana, è chiamato Piano delle Melette, o anche Lago d’Erba per la sua estensione di circa 17 ettari.
sexpromo
Per lungo tempo, sulla Valcasana, sono transitati il ferro proveniente dalle miniere di Monteleone e da Gavelli, le greggi transumanti per la Maremma e le popolazioni locali.