Descrizione
L’antico Nahar, nome italico del fiume Nera, è da secoli al centro di misteriose leggende, a confermare l’importanza che da sempre il fiume riveste per le popolazioni che abitano lungo le sue sponde.
La più famosa di queste leggende narra che la valle era infestata dai miasmi mefitici di un drago, fino a che giunsero qui dalla Siria per ritirarsi in contemplazione in una grotta presso Castel San Felice, due eremiti, Felice ed il figlio Mauro. Grazie all’intervento dei due anacoreti il drago fu sconfitto e tutta la popolazione fu liberata dall’infausta presenza. Si tratta, probabilmente, di uno dei miti di fondazione della valle che, in forme fantastiche, tramanda la memoria della bonifica della valle mediante il controllo delle acque del fiume.
Da non perdere una visita all`Abbazia dei Santi Felice e Mauro, presso Castel San Felice, dove sulla facciata romanica è possibile osservare una versione del racconto mirabilmente scolpita nel bassorilievo al di sotto del rosone.
Tutta la Valle del Fiume Nera è incassata tra ripidi versanti, spesso formati da alte rupi incombenti, da stratificazioni calcaree contorte e tormentate, da canaloni e pinnacoli, e solo in alcuni tratti si apre, allora i pendii si addolciscono ed il fondovalle diventa ampio e si ammanta di prati e campi coltivati.
L’andamento del corso d’acqua è sempre evidenziato da una doppia fascia di vegetazione ripariale dominata dall’Ontano nero, dal Pioppo cipressino e dal Salice bianco: le loro chiome, da una sponda all’altra, spesso chiudono il fiume in una vera e propria galleria. Le acque correnti e ben ossigenate assumono a volte l’aspetto di rapide, spumeggiando tra grandi massi precipitati dalle scarpate.
Questo tratto del fiume è l’ambiente ideale di numerose specie animali quali la Trota fario, il Merlo acquaiolo, la rana appenninica per citarne alcune. Le rupi calcaree che caratterizzano quasi tutto il corso sono di fondamentale importanza per tantissime specie di uccelli: oltre alla Rondina Montana, la taccola, il passero solitario, il gheppio, il pellegrino e l’Aquila Reale.
Il fiume Nera nasce all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini a Castelsantangelo (Visso), ha generato, con il suo lungo corso montano, la profonda valle detta Valnerina, che l’uomo ha modellato disegnando un paesaggio fatto di torri, ponti e borghi arroccati.
Il fiume Nera prima di immettersi nel Tevere presso Orte, riceve le acque del Campiano presso Ponte Chiusita, del Corno a Triponzo, quelle del Vigi a Borgo Cerreto e del Velino presso la Cascata delle Marmore; ma lungo tutto il corso torrenti, ruscelli e sorgenti contribuiscono ad alimentare il fiume, garantendone anche la purezza e la ricchezza dell’ecosistema faunistico e vegetale.
Il fiume, le mulattiere, il percorso turistico della ex-Ferrovia Spoleto-Norcia, i borghi intatti si assembrano, si sovrappongono e s’intersecano nell’esiguo spazio della Valle del Nera, rendendola uno dei complessi vallivi più suggestivi d’Italia.
Il modo migliore per conoscere il fiume è partecipare alle variegate attività, programmate sia per famiglie che per singoli, che si svolgono lungo il suo corso: rafting, canyoning, campo avventura, pesca a mosca, pesca no kill. In alternativa, accompagnati dalle esperte guide locali, si potrà scoprire la valle lungo i numerosi itinerari e mulattiere che l’attraversano, come percorrerle sarete voi a deciderlo: a piedi, in mountain bike o insieme ad asini e muli.