Itinerari
Preci - Un viaggio fra gli antichi castelli della Valle Oblita e della Valle Castoriana

Tipologia: Circuiti
Lunghezza: 60 Km
Difficoltà: In Automobile
Durata: Da 4 a 8 ore
Interessi: Storico - Culturale

L’itinerario, partendo dal castello di Preci, raggiunge i castelli della Valle Oblita per poi inoltrarsi nella Valle Castoriana e si conclude a Norcia, patria di San Benedetto.

Appoggiato su un colle in posizione dominante sulla Valle del Campiano  e l’alta Valle del Nera, Castelvecchio sembra assomigliare a un attempato leone che ha perso i denti. Travolte dall’incedere della storia, le ultime vestigia delle antiche mura che nel ‘300 cingevano il castello sono ormai quasi scomparse. Dell’antico castello rimangono due porte: una a sud, per Corone ed una a nord, in direzione della Valle Castoriana e Norcia. La pianta quadrata e le anguste viuzze a scacchiera ricordano la rocca sorta sul diruto castrum di Monte San Martino. Su uno degli edifici sopravvissuti al terribile terremoto del 1703, l’architrave d’una finestra del ‘600 mostra i simboli tradizionali dell’arte muraria mentre la sottostante ammonisce che “ogni uomo muore e tutto il mondo lassa” ma “chi ha offeso Dio con gran paura passa”.
Castelvecchio, assieme a Saccovescio e Corone, faceva parte dell’antica guaita di San Martino. I suoi castellani erano “versati alla fatica, all’armi e alla caccia”, come scrive un viaggiatore del ‘600.
All’interno del castello, la Chiesa di San Giovanni Battista, già di S. Martino. Presso le antiche mura, la Chiesa della Madonna della Cona.
 
Da Castelvecchio (633m s.l.m.) la strada che scende alla Valle del Nera si congiunge all’antica arteria che, correndo parallela al fiume, arrivava a Visso e, verso sud, a Terni.
 
Da Preci, sulla vecchia strada per Visso, l’itinerario raggiunge Saccovescio (724m s.l.m.) la cui urbanistica documenta i costumi del tempo: in alto, le residenze della nobiltà locale e dei facoltosi, in basso le case del borgo rurale. Un’antica chiesa era dedicata a Santo Spes (Speranza), protoeremita della Valle Castoriana, austero campione d’ascesi. Sul sagrato, da un’ara romana del I sec. a.C., satiri auleti e menadi danzanti invitano il defunto a un’esistenza ultraterrena intessuta di canti, inebriata dal dolce frutto della vite.
 
Tornati a Preci, passando dinanzi alla Chiesa della Madonna della Peschiera, attraverso una deviazione in direzione della Valle Oblita, l’itinerario porta al castello di Roccanolfi (775m s.l.m.) la longobarda Arx Arnulphi, strategico castello di pendio che controllava l’ingresso alla Valle Oblita: nome forse dovuto all’isolamento geografico, alle vaste aree coperte da fitte foreste “dove i suoi abitatori esercitano l’arte del carbone” e all’altitudine dei centri abitati.
Della rocca rimane una delle porte e la torre svettante sul bosco da cui si dipartivano, verso il basso, le due ali della cinta muraria. Nella torre, detta “della Regina”, narra la leggenda, si rinchiuse la regina Nolfa ferita dagli strali d’un amante traditore.
Il tessuto urbano dell’antico castello di Roccanolfi conserva la compattezza dei borghi fortificati. Appartenente alle “Terre Arnolfe”, il feudo dei nobili Arnolfi il cui centro amministrativo era Cesi, nel ‘300 Roccanolfi divenne Comunità soggetta a Norcia. Distrutto più volte, il castello venne ricostruito nel 1460.
Nella parte bassa, ai margini dell’abitato, la Chiesa di Sant`Andrea. Nel 1650 il castello era “comodo di grano, vino e di minuto e grosso armento, con le sue oscure e folte selve”. Il terremoto del 1703 decretò la fine d’un secolo e mezzo di serena ed operosa esistenza.
 
Da Roccanolfi una breve deviazione conduce a Montaglioni (901m s.l.m.). Di Montaglioni, l’antico Mons Lunae, principale castello della Valle Oblita, resta un breve tratto della cinta muraria, l’arco ogivale della porta e uno stemma del 1333 con leone rampante su cinque monti. Prospiciente la platea del castello, la Chiesa di Santa Maria in Via. Fuori dalle mura, lungo l’antica via per la Valle Oblita, i ruderi della Pieve di S. Stefano. Quando i furenti corsieri di Marte s’arresero ai placidi buoi e il crudele ferro divenne vomere d’aratri solerti, l’ameno colle su cui sorgeva la rocca si presentava “ricco di vigna, campi e selve”.
 
Proseguendo lungo la Valle Oblita, attraverso una deviazione dalla strada carrozzabile, l’itinerario conduce a Poggio di Croce (938m s.l.m.), antico castello di pendio appartenente al feudo dell’Abbazia benedettina di Sant`Eutizio che sorgeva lungo il percorso che collegava la strada della Valle Castoriana alla rete stradale del fiume Corno attraverso il castello di Cortigno. La porta d’ingresso col suo arco ogivale, assieme a qualche tratto di muro, è la traccia più consistente dell’antico castello.
Fuori dalle mura, la Chiesa di San Egidio nel cui portico giganteggia l’affresco quattrocentesco di San Cristoforo, protettore dei camminanti e la Chiesa dell’Annunziata con la tavola dell’Annunciazione del fiorentino Giovanni del Biondo.
In basso, fuori dalla rocca, si estendeva il borgo rurale. Gli abitatori del castello, scriveva un autore del ‘600, per “la maggior parte esercitano la chirurgia, sono di bel corpo, esercitati nell’arme, ed nelle lettere, ed anco alla cultura de’ campi”. Poggio di Croce è stato il borgo natale d’illustri medici della Scuola Chirurgica di Preci.
 
Risalendo ancora la Valle Oblita, in direzione dell’altopiano di Fiano, il borgo rurale di Montebufo. La villa di Montebufo (1.016m s.l.m.) non mostra segni di vocazione castrense. Sorta lungo la via che attraversa il florido altopiano dominato dal Monte Cavogna (1416m) i suoi abitanti, dediti alle placide arti della pastorizia e dell’agricoltura, si radunavano nella Chiesa di San Leonardo, il santo che, secondo la tradizione, liberava i prigionieri dai ceppi.
Il nome del borgo evoca la “bufa”, la montana bufera di neve. Nella bella stagione, Montebufo un tempo era “arricchito dalla madre Natura di bonissimi campi e vigne, dove i suoi abitatori, con industria e con l’arte vivono comodi e ricchi, sono di buon ingegno, amorevoli ed amici della fatica”.
 
Superato l’altopiano di Montebufo e Fiano, con una deviazione in direzione della Valle Castoriana, l’itinerario raggiunge il castello medievale di Abeto (970m s.l.m.) triangolo irto di mura aggrappato al pendio, “circondato da oscure selve e precipitosi sbalzi” dagli abitanti “coraggiosi e forti dediti alla fatica ed alle armi”, come scrive un viaggiatore del ‘600, fu sommerso dalle abitazioni sorte in epoche di pace, a partire dalla fine del ‘500 e dalle dimore edificate dopo la desolazione provocata dal terremoto del 1703.
Lo stile neoclassico che caratterizza la Chiesa di San Martino testimonia la secolare devozione popolare al santo protettore dei poveri e propiziatore d’abbondanza.
Nei rigidi inverni montani, esperti nella lavorazione della carne suina e robusti facchini del borgo prestavano la loro opera a Firenze. Il castello deriva forse il nome dall’abete bianco, gigante dall’argenteo tronco che puntava dritto al cielo, estintosi alla fine del ‘600.
 
Proseguendo lungo la strada carrozzabile il borgo di Todiano, l’antico Tuturanus (879m s.l.m.) che nel ‘300 era un castello di sperone attraversato all’interno da una via di crinale collegata alla via più bassa da ripide scalinate che intersecavano i nuclei abitativi. Sopravvive la bella porta d’entrata a doppio fornice incorporata nel secentesco palazzo Anzuini sormontato da un piccolo campanile a vela di stile romanico.
All’interno della cinta, la Chiesa di San Bartolomeo; addossata alle mura quella della Madonna della Porta (sec. XVI) ed, extra moenia, la duecentesca Pieve di Santa Maria e la Chiesa di S. Montano. Nel ‘700 norcini e facchini di Todiano e di Abeto costituirono l’Opera Pia di S. Giovanni Decollato dedicata a fornire di dote le ragazze povere in età da marito.
 
Da Todiano l’itinerario ridiscende sulla strada provinciale che costeggia il fiume Campiano per proseguire verso Piedivalle e l’Abbazia di Sant`Eutizio sorta verso il Mille sull’oratorio dedicato dall’abate Spes alla Madre di Dio. Qui, nel 540, fu sepolto Eutizio che gli era succeduto sul seggio abbaziale.
Nel corso di quattro secoli, la Regola benedettina aveva trasformato gli antichi anacoreti sperduti negli anfratti e le selve della Valle del Campiano, o Castoriana, in monaci conventuali.
L’abbazia, centro spirituale e schola di arte medica, fu il centro amministrativo d’un potente e ricco feudo esteso fino al Piceno. In essa confluivano decime in denaro, in natura e in beni e i suoi abati gestivano consistenti flussi commerciali.
Sulla porta dell’Abbazia di S. Eutizio, l’iscrizione commemora il restauro affidato nel 1119 a magister Petrus dall’abate Teodino e portato a compimento nel 1236 da Teodino II. Scavata nella rupe su cui nel ‘600 sorgerà il campanile, si conserva la primitiva cella eremitica di Spes.
 
Alto, a difesa dell’abbazia, il castello di Acquaro da cui si gode una splendida vista del complesso abbaziale. Dirimpetto, “in un precipitoso, ed aspro monte, fortificato da spaventose sbalze e grossi macigni di vivaci pietre, circondato dall’oscure selve e custodito da feroci e bellicosi uomini”: il castello di Collescille sovrastato da una torre imponente.
 
Da Piedivalle, l’itinerario si dirige all’antico castello di Campi, o “Campi Vecchio” (711m s.l.m.). Sopra le vecchie mura, l’arioso loggiato apre i suoi cinque archi sulla vallata.
Il castello di Campi, eretto alla fine del ‘200, controllava l’incrocio della Via Nursina, collegava Norcia con Spoleto, con la via che percorrendo la Valle del Campiano, o Castoriana, raggiungeva Visso e il litorale adriatico. Per la sua posizione strategica, Campi fu contesa nei secoli tra Spoleto e Norcia. Nel ‘500 iniziò a estendersi a valle fuori della cinta muraria.
 
Si entra nel castello attraverso un imponente portale del ‘300. A destra dell’entrata, il grande fontanile e la scalinata che sale al loggiato della Chiesa di Sant`Andrea, protettore del castello. Dal loggiato della chiesa lo sguardo spazia su un vasto panorama chiuso dalla chiostra montana su cui si scorgono i castelli di Todiano e Abeto.
Sulla platea della rocca, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (oggi delle Nevi). Alle spalle, unica superstite, la più alta delle torri di difesa.
Lungo la via inferiore che costeggia le mura, la Chiesa di Santa Maria in Piazza, o della Misericordia, fondata nel 1351. Verso la metà del’400 Antonio Sparapane di Norcia dipinse gli affreschi delle volte, in parte ispirati ai Vangeli apocrifi, con scene della vita di S. Gioachino e di S. Anna e della vita della Vergine.
 
Ai piedi di Campi, la Chiesa di San Salvatore, già Pieve di Santa Maria dipendente dall’Abbazia di S. Eutizio, testimonia un millennio di fede, arte e storia. Al fianco destro della chiesa più antica, di cui si ha notizia già nel 1115, nella seconda metà del ‘400 venne aggiunto il nuovo edificio.
 
Dalla chiesa di San Salvatore l’itinerario prosegue per il borgo di Ancarano, che trae nome da Ankaria, divinità etrusco-italica protettrice dei viaggiatori e dei passi di montagna. Sulle pendici del colle che sovrasta la valle, le rovine di Castelfranco, rocca di pendio distrutta dal terremoto del 1328 e da posteriori eventi bellici.
 
Prossima al borgo, la Chiesa di Santa Maria Nuova di Ancarano, o “Madonna Bianca”. Eretta dopo la distruzione di Castelfranco nelle cui mura si ubicava la Chiesa di S. Maria Vetere, o “del Castello”, la chiesa originariamente era a una sola navata; alla fine del ‘400 vennero aggiunti il portale scolpito dai maestri lombardi, la navata destra e il luminoso portico laterale a sei arcate. All’interno della chiesa della Madonna Bianca, affreschi del’400-‘500; il maestoso Crocifisso ligneo d’arte fiorentina scolpito agli inizi del ‘500 e il bassorilievo della “Madonna Bianca” (1488) che diede nome alla chiesa.
Da qui, passando per la Forca di Ancarano, l’itinerario raggiunge il Piano di Santa Scolastica e la città di Norcia, patria di San Benedetto.
 
Questo itinerario è il proseguimento ideale dell’itinerario benedettino che da Norcia arriva a Preci e dell’itinerario Borghi e Castelli della Valle del Nera che da Preci seguendo parallelo il corso del fiume Nera conduce alla Cascata delle Marmore.
 
 

 


Dettaglio delle Tappe

1) Preci
2) Castelvecchio
3) Corone
4) Saccovescio
5) Chiesa della Madonna della Peschiera
6) Roccanolfi
7) Montaglioni
8) Chiesa di Santa Maria in Via
9) Poggio di Croce
10) Montebufo
11) Abeto
12) Todiano
13) Piedivalle
14) Abbazia di Sant`Eutizio
15) Museo dell`Abbazia di Sant`Eutizio in Valcastoriana
16) Campi
17) Chiesa di San Salvatore
18) Chiesa della Madonna Bianca
19) Norcia


Allegati

1) Il Castello di Preci.pdf.
2) Preci, l'Abbazia di Sant'Eutizio.pdf.
3) Il Castello di Campi.pdf.
4) Campi, la Chiesa di San Salvatore.pdf.
5) Ancarano, la Chiesa della Madonna Bianca.pdf.
6) Norcia e la Basilica di San Benedetto.pdf.

Galleria forografica
Preci - Valnerina
Preci
Preci - Valnerina
Foto storica - H. Desplanques - Preci - Valnerina
Castelvecchio - Preci
Castelvecchio - Preci
Catselvecchio
 Castelvecchio
Corone - Preci
Corone - Preci
Saccovescio - Preci
Saccovescio - Preci
Chiesa del Sacro Cuore - Saccovescio - Preci
Chiesa della Madonna della Peschiera - Borgo - Preci
Roccanolfi - Preci
Foto storica - H. Desplanques - Roccanolfi - Preci - Valnerina
Montaglioni visto da Poggio di Croce
 
Chiesa di Santa Maria in Via - Montaglioni - Preci
Chiesa di Santa Maria in Via - Montaglioni - Preci
Poggio di Croce - Preci
Poggio di Croce - Preci
Poggio di Croce - Preci
Abeto - Norcia - Valnerina
Abeto - Preci
La piazza e la fontana - Abeto - Preci
La Piazza e la Fontana - Abeto - Preci
Todiano - Preci
Todiano - Preci
Piedivalle - Preci
L`Abbazia di Sant`Eutizio - Piedivalle - Preci
L`Ingresso - Abbazia di Sant`Eutizio - Piedivalle - Preci
La Facciata  - Abbazia di Sant`Eutizio - Piedivalle - Preci
Il Rosone - Abbazia di Sant`Eutizio - Fraz. Piedivalle - Preci
Campi Alto - Norcia
Campi Basso - Norcia
Campi Alto - Norcia
Campi Alto - Norcia
Chiesa di San Salvatore - Campi - Norcia
Chiesa di San Salvatore - Fraz. Campi - Norcia
Chiesa di San Salvatore - Campi - Norcia
Chiesa di San Salvatore - Campi - Norcia
Chiesa della Madonna Bianca - Fraz. Ancarano - Norcia
Chiesa della Madonna Bianca - Ancarano - Norcia
Chiesa della Madonna Bianca - Ancarano - Norcia
Chiesa della Madonna Bianca - Ancarano - Norcia
Norcia - Valnerina
Norcia - Valnerina
Norcia - Valnerina
Piazza San Benedetto - Norcia
Per maggiori informazioni
Ufficio informazioni di Cascia
Piazza Garibaldi, 1
Tel.: 0743.71147
Fax: 0743.76630 
Email: info@lavalnerina.it
Home | Contattaci | Note legali e privacy

I contenuti del sito (foto, video, docs) sono utilizzabili gratuitamente in modalità
Creative Commons (diritto di Attribuzione 3.0). Usali pure nel Tuo sito web, blog e social.



Design e comunicazione
Altra | via - Key Associati